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"La ricerca della solitudine: isolamento e creatività"

  • Immagine del redattore: Elena Bertoli
    Elena Bertoli
  • 5 set 2020
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 11 set 2020

Fin da piccola, ma proprio piccola piccola, ho sempre ricercato dei momenti di solitudine per potermi isolare, convinta del fatto che potesse essere uno dei modi migliori per potermi conoscere a fondo. Venivo spesso presa in giro e considerata una persona asociale, poco estroversa e che difficilmente riusciva ad integrarsi nel mondo scolastico o con i miei coetanei in generale. Ho sempre sofferto per questa mia indole introversa e introspettiva, anche perché molte volte nel corso della mia vita mi sono ritrovata in situazioni di solitudine che risultavano totalmente indesiderate, di conseguenza semplicemente le subivo.

In alcuni di questi momenti ho tuttavia tratto profitto per ritrovare una creatività che ho sempre sentito potente dentro di me. Sfruttando queste occasioni di solitudine per me stessa ho imparato a conoscermi, ad analizzarmi, ad apprezzare la mia compagnia e a scoprire lati di me sempre nuovi. Questo è ciò che mi ha portato con molto entusiasmo e coraggio a creare questo Blog, a condividere apertamente ciò che sono e ciò che ho sempre scritto proprio in momenti di isolamento e di creatività...


A tal proposito, sull'argomento della solitudine, che fosse indesiderata o ricercata, ho scritto anche per la Tesina del Diploma del Liceo. Ho ritrovato questa stesura proprio oggi, dopo tanti anni, mentre sistemavo dei cassetti della camera. E' stato piacevole riscoprirmi attraverso pagine che nemmeno ricordavo più di aver trascritto e voglio condividerne alcuni passaggi proprio qui...



La persona "sola" viene connotata da dolore, tristezza, crisi morale, perché solo così si può giustificare la condizione di chi, raccogliendosi in se stesso, si allontana dagli altri, isolandosi. Questa tipologia di solitudine è derivante da processi problematici di adattamento dell'uomo all'ambiente, è una solitudine subita per assenza di affetti e appoggi o per una scarsa propensione all'interazione sociale, e colpisce maggiormente coloro che non si riconoscono più nella realtà. Più nello specifico, il timore di non essere accettati, la visione catastrofica di sé e del proprio valore, l'insopportabile idea di non essere adeguato, di non sapersi integrare, sono circostanze che paralizzano totalmente e impediscono la costruzione di relazioni sociali autentiche. Questo comporta una fuga spontanea, e spesso non cosciente, da ciò che probabilmente mostrerà il proprio non essere all'altezza in situazioni nuove e sconosciute. L'incapacità di comunicare con gli altri provoca l'emarginazione, o peggio, una sorta di lontananza emotiva che prevede il sentirsi soli anche in mezzo a tante persone, il sentirsi anonimi, privi di alcun ruolo che possa farci sentire unici. E' indubbio che la solitudine venga inevitabilmente avvertita dall'essere umano nel corso della sua vita, tuttavia non è sempre sinonimo di abbandono.


"Io ho bisogno della solitudine, voglio dire del ritorno a me stesso" Nietzsche 


Esiste una solitudine derivante da un bisogno dell'uomo di realizzarsi, è una solitudine ricercata per acquisire pace interiore e dar sfogo alla propria creatività. Questa viene considerata come l'espressione di una comunicazione intensa con se stessi, probabilmente molto più sincera e profonda della comunicazione interpersonale che passa attraverso il linguaggio verbale. Chi impara a stare bene con se stesso, sarà maggiormente capace anche di stare in compagnia di altri. In alcuni momenti, è importante imparare a fermarsi e ascoltare serenamente il silenzio, come atto preparatorio alla comunicazione con gli altri. Questa condizione di isolamento è propria di chi, spontaneamente, desidera appartarsi dagli altri, senza necessariamente essere privo di affetti o appoggi. La solitudine in questo senso è una scelta personale e volontaria per l'espressione della fantasia, della creatività, della spontaneità e per lo sviluppo la propria individualità e il proprio benessere.

E' proprio nei momenti di isolamento che è possibile pensare, riflettere in tranquillità e trovare possibili soluzioni in risposta a problemi complessi che richiedono particolare concentrazione, poiché appartiene alla natura dell'uomo volersi capire e rispondere ai propri interrogativi esistenziali.

I momenti di isolamento che le persone tendono a creare intorno a loro possono essere dettati da bisogni personali oppure possono essere fughe da situazioni ingestibili. In questo caso la solitudine non appare come un fine, ma come un mezzo per raggiungere la propria maturità. Questa non è paura di stare soli, bensì un desiderio, una capacità di accettare serenamente la condizione di solitudine, la quale diviene così situazione privilegiata, risorsa preziosa da ricercare per integrare pensieri e sentimenti. 


"La solitudine è per lo spirito, ciò che il cibo è per il corpo" Seneca


Nel silenzio l'uomo può ritrovare se stesso e investire nella creatività, intesa come modo per esprimere un mondo interiore e manifestare le proprie attitudini. Non esiste creatività artistica senza concentrazione e isolamento. E' proprio nell'esperienza del raccoglimento personale che si elabora il pensiero di un artista. Nell'esistenza di ogni individuo certi momenti di grande importanza psicologica permettono di scoprire la propria unicità, ed è poi approfondendo questa scoperta che si sviluppa la creatività.

Le persone che hanno avuto un confronto con il proprio vuoto interiore, con la paura dell'abbandono, sono coloro che hanno affrontato un percorso di analisi profonda, consapevoli che metabolizzare la solitudine è un percorso continuo che dura tutta la vita e che spesso rievoca importanti esperienze del passato. La solitudine che viene vissuta più intensamente diventa uno stimolo per raccontarsi.

© Elena Bertoli, 2008





Dunque, d'ora in poi parlerò ogni notte.

Con me stessa. Con la luna.

Passeggerò, come ho fatto stasera,

gelosa della mia solitudine,

nell'argenteo livido della fredda luna

che splende facendo brillare una miriade di scintille

sui cumuli di neve appena caduta.

Parlo da sola

e guardo gli alberi scuri, beatamente neutrali.

Molto più facile che affrontare gli altri,

che dover sembrare felice, invulnerabile, brava.

Senza la maschera, cammino parlando con la luna,

con la forza neutrale e impersonale che non ascolta,

ma si limita ad accettare la mia esistenza.


Sylvia Plath, Diari

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